Brevissimo sunto di Storia Veneta

Da Altino, Aquileia, Oderzo, Padova e molti altri centri dei Veneti romanizzati, ma pur sempre Veneti, le popolazioni esodarono verso le lagune durante le cosiddette invasioni barbariche (Unni, Goti) e, in via definitiva, dopo l’arrivo dei Longobardi (568 d.C.). Lì, fondendosi con popolazioni venete da sempre ivi insediate, costituirono una sorta di federazione di centri costieri da Grado a Cavarzere. La federazione, rimasta nell’alveo del mondo bizantino, si istituzionalizzò con l’elezione del primo Doge (Paulicio Anafesto) nel 697. Combattono Longobardi e Franchi. Dopo una spedizione militare del figlio di Carlo Magno, Pipino, vinta dai Veneti, la sede ducale da Malamocco è spostata a Rialto (809). Nell’828 due mercanti (Rustico e Buono) portano da Alessandria il corpo dell’Evangelista Marco, di lì in poi protettore delle genti venete. Combattono e vincono gli Ungari e poi i Normanni di Roberto il Guiscardo. Estendono il dominio in Istria e Dalmazia (che ne diverranno terre fedelissime fino alla fine; ciao deriva da Sciavo, il saluto dei Dalmati veneti). Sono proprietari di piazze, fondaci, mercati e chiese in tutto il Mediterraneo Orientale e fino al Mar Nero. Costituiscono l’ossatura navale delle prime tre crociate in terra Santa. Con la quarta crociata (1204) nasce l’impero marittimo veneto, posto che il Doge Enrico dandolo diviene Signore della Quarta parte e mezza dell’impero bizantino: una catena ininterrotta di porti ed isole da Venezia fino ai Dardanelli (le isole Ionie, le Cicladi, le Sporadi, il Dodecaneso, Creta, i porti del Peloponneso): lo Stato da Mar. Sono monopolisti del commercio di sale e spezie, di sete ed oro, di armi. La flotta è la più potente del Mediterraneo, con la nascente fabbrica dell’Arsenale, talmente impressionante che sarà cantata da dante nell’Inferno (Quale nell’Arzanà de’ Viniziani…; Canto XXI).

Tra Tre e Quattrocento si consolida lo Stato da Tera: dall’Adda, all’Isonzo, alla Romagna. In mare, si aggiunge Cipro. E’ uno Stato di diritto, in cui il primato è solo della Legge alla quale soggiacciono tutti, nobili per primi. Il Governo è collegiale. Il Doge è una carica rappresentativa. Nessuno prevale sugli altri. E’ bandito il culto della personalità. Le cariche sono elettive e di breve durata (l’unica a vita, il Doge). Nessun principato, nessuna Signoria, nessun tiranno. Commerci e ricchezza crescono a dismisura. E’ lo Stato più ricco e progredito di un’Europa che vive ancora secondo leggi feudali. Il Ducato veneto è la moneta di cambio del mondo occidentale e di buona parte dell’orientale.

Si inventano le leggi sanitarie, la tutela del marchio, del brevetto, del lavoro minorile, il gratuito patrocinio nei processi, gli incentivi fiscali, la carta moneta (di cambio), la Banca centrale, la Zecca. Venezia è capitale mondiale dell’arte e della stampa. Il primo parlamentarismo (Maggior Consiglio, Senato), il primo processo penale pubblico e orale (Quarantia Criminal). Il suo patrimonio principale: il consenso e la fedeltà dei governati.

Nel 1509 tutta Europa (Francia, Spagna, Impero, Ungheria, Stati italiani, Papa) le si coalizza contro (i contadini si fanno impiccare pur di non tradire il nome di San Marco). Dopo infinite guerre Venezia ne esce ristabilendo i propri confini e mantenendo tutti i suoi domini (1527).

Dalla fine del Trecento combatterà i Turchi per secoli: la lotta di Davide contro Golia, di Giuditta contro Oloferne. Il Levante veneto è (tuttora) costellato di possenti fortezze col simbolo del Leone alato. Anche dopo Lepanto (1571; 110 navi su 210 sono veneziane e saranno le sei potenti Galeazze venete a decidere, con una potenza di fuoco d’artiglieria fino ad allora sconosciuta, le sorti della battaglia) le flotte venete correranno i mari in epici scontri navali. A Cipro, Marcantonio Bragadin fu scuoiato vivo dopo un anno di assedio. La guerra di Candia (Creta) dura 25 anni. Di questi, 23 saranno di assedio ininterrotto alla capitale, tenuta libera dal mare dalle flotte venete: l’assedio più lungo della Storia. Alla notizia che il 33enne ammiraglio Lazzaro Mocenigo vuole attaccare Istanbul, il Sultano stesso abbandona la capitale e fugge nell’entroterra. Dal 1684 al 1688 Francesco Morosini conquista l’intero Peloponneso (Atene compresa).

Sempre florida, ricolma di ricchezze, orgogliosamente indipendente, per nulla decadente, retta da un governo saggio e illuminato, combatterà (1716/18) l’ultima vittoriosa guerra contro i Turchi che invano assediano Corfù.

L’ultima imponente spedizione navale è del 1784. Al comando di Angelo Emo tutte le città della Tunisia sono duramente bombardate.

Nel 1797, le armate francesi, al comando del Bonaparte, tradendo lo stato di neutralità della Repubblica e manifestando la menzogna di libertà e fratellanze, metteranno fine alla sua storia di 1100 anni di orgogliosa indipendenza, soggiogandola con una guerra di aggressione, furti, violenze, rapine, stupri, distruzioni d’ogni sorta e repressione nel sangue di tutte le rivolte popolari. 30 mila dipinti, ori, argenti, libri, incunaboli, 100 palazzi, 60 chiese, 300 scuole di devozione: tutto trafugato, scomparso o distrutto. E, soprattutto, la perduta libertà. Infatti, di lì il popolo veneto è passato da un’occupazione all’altra: francese, austriaca, italiana; in una decadenza, indotta dall’esterno, che pare tuttora, almeno per Venezia, non avere fine.

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